Imprenditore inglese scopre dopo 20 anni che i tre figli non sono suoi
E’ di questi giorni la notizia riportata dai maggiori quotidiani nazionali di un ricco imprenditore britannico, Richard Mason, che, a seguito di alcuni problemi di salute, ha scoperto di non essere il padre biologico di nessuno dei suoi tre figli.
A seguito della diagnosi di fibrosi cistica, il Sig. Mason ha scoperto di essere sterile sin dalla nascita e che, quindi, i suoi tre figli, uno di 23 anni e due gemelli di 19, non potevano in alcun modo essere suoi figli naturali.
La notizia ha sconvolto sia il Sig. Mason che i tre figli, i quali, pur adulti, non sono riusciti ad elaborare una notizia così sconvolgente e hanno scelto di troncare qualsiasi rapporto con l’uomo che li ha cresciuti e che fino a poco tempo prima chiamavano papà.
Questa notizia solleva, ancora una volta, numerosi interrogativi sul concetto di paternità: si può considerare vero padre solo il genitore biologico che ha trasferito i propri geni ai figli? E all’uomo che li ha visti nascere, che li ha cresciuti, li ha formati, li ha aiutati con i compiti, era lì ai loro compleanni, alle vacanze, ai Natali, che ruolo rimane?
Legalmente, in Italia, a partire dal 2012, a colui che scopre di non essere il padre biologico del bambino, non è più permesso chiedere il disconoscimento del bambino dopo 5 anni dalla sua nascita. Potrà, eventualmente, essere il figlio, una volta compiuta la maggiore età, se vorrà, agire per il disconoscimento, assumendo il cognome del suo vero padre.
La scelta del legislatore appare ispirata alla ratio di tutelare non solo e non tanto chi genera un figlio ma chi lo cresce, lo mantiene, lo ama e lo protegge come se fosse biologicamente suo.