Il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile in assenza di convivenza tra l’autore e la vittima delle relative condotte?

Cass. Pen., Sez. VI, Sent., 22 settembre 2022, n. 35633

Il divieto di interpretazione analogica delle norme incriminatrici (art. 14 preleggi), immediato precipitato del principio di legalità (art. 25 Cost.), nonchè la presenza di un apparato normativo che amplia lo spettro delle condotte prevaricatrici di rilievo penale tenute nell’ambito di relazioni interpersonali non qualificate, impongono, nell’applicazione dell’art. 572 c.p., di intendere i concetti di “famiglia” e di “convivenza” nell’accezione più ristretta: quella, cioè, di una comunità connotata da una radicata e stabile relazione affettiva interpersonale, da una duratura comunanza d’affetti, che non solo implichi reciproche aspettative di mutua solidarietà ed assistenza, ma sia fondata sul rapporto di coniugio o di parentela o, comunque, su una stabile condivisione dell’abitazione, ancorchè, ovviamente, non necessariamente continua.