Figlio maggiorenne non ancora laureato ma con problemi di apprendimento: permane l’obbligo di mantenimento

L’obbligo dei genitori di concorrere al mantenimento della prole, previsto dagli artt. 147 e 148 c.c., non cessa automaticamente al raggiungimento della maggiore età del figlio, ma permane fino a quando il genitore interessato non provi che questi abbia raggiunto l’indipendenza economica o che il mancato svolgimento di un’attività economica dipenda dalla sua inerzia o dal suo rifiuto ingiustificato, ovvero che pur essendo stato posto il figlio nelle concrete condizioni per poter essere economicamente autosufficiente, lo stesso non ne abbia tratto utile profitto per sua colpa o per sua scelta.

Il caso
Il Tribunale di Nuoro dichiarava la separazione di due coniugi, assegnando la casa familiare alla moglie, convivente con il figlio maggiorenne non economicamente autosufficiente, non ancora laureato e con problemi di apprendimento, al quale, pertanto, riconosceva un assegno di mantenimento pari ad Euro 150,00 mensili posto a carico del padre.
La pronuncia del giudice di prime cure veniva confermata dalla Corte d’Appello di Cagliari con sentenza del 19 settembre 2017, che riteneva l’attuale condizione del figlio della coppia – al momento della pronuncia trentacinquenne e quasi quattro anni fuori corso – non riconducibile ad una condotta indolente del medesimo o al rifiuto di lavorare, bensì ad una patologia perinatale certificata di cui il padre era a conoscenza. Tale patologia aveva determinato un ritardo nell’apprendimento, condizionando tutto il percorso scolastico del figlio.
Il genitore obbligato impugnava la sentenza della Corte territoriale dinanzi ai giudici della Corte di Cassazione, affidando il proprio ricorso a due motivi.
Con il primo motivo, il ricorrente lamentava la violazione e la falsa applicazione degli artt. 147 e 148 c.c., relativamente all’obbligo del genitore separato di contribuire al mantenimento del figlio maggiorenne non laureato e non economicamente indipendente in ragione delle sue condizioni di fragilità psicologica, in quanto le problematiche psicologiche di quest’ultimo non erano così gravi da impedirgli di ultimare gli studi universitari intrapresi.
Con il secondo motivo, egli si doleva della erronea interpretazione delle risultanze documentali, poiché l’esigenza, individuata dal giudice d’appello, di permanenza della contribuzione del padre al mantenimento del figlio maggiorenne, risulterebbe indimostrata e, anzi, smentita dalla documentazione acquisita agli atti, dalla quale si evincerebbe solo un semplice ritardo psicomotorio non associato ad una disabilità cognitiva di tale rilevanza da impedire al figlio di preparare la tesi e di conseguire la laurea.
La questione
L’ordinanza che si annota affronta la questione della permanenza dell’obbligo di mantenimento del genitore nei confronti del figlio maggiorenne non economicamente autosufficiente, ancora iscritto all’università benché in età avanzata, ma con un ritardo nell’apprendimento causato da una patologia di cui è affetto sin dalla nascita.
Le soluzioni giuridiche
Nel caso di specie, la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso proposto, ritenendo che le osservazioni della Corte territoriale in merito alla condizione di non autosufficienza economica del figlio, non riconducibile ad una condotta indolente o al rifiuto di lavorare bensì ad una patologia perinatale, siano conformi ai principi consolidati in giurisprudenza sul tema, e che le doglianze riferite ai motivi addotti rientrano nell’ambito dell’accertamento di fatto, precluso al sindacato di legittimità. La Suprema Corte richiama in proposito l’indirizzo giurisprudenziale consolidato secondo cui l’obbligo dei genitori di concorrere al mantenimento della prole, previsto dagli artt. 147 e 148 c.c., non cessa automaticamente al raggiungimento della maggiore età del figlio, ma permane fino a quando il genitore interessato non provi che questi abbia raggiunto l’indipendenza economica o che il mancato svolgimento di un’attività economica dipenda dalla sua inerzia o dal suo rifiuto ingiustificato (Cass. civ., sez. I, 26 settembre 2011, n. 19589), ovvero che pur essendo stato posto il figlio nelle concrete condizioni per poter essere economicamente autosufficiente, lo stesso non ne abbia tratto utile profitto per sua colpa o per sua scelta (Cass. civ., sez. I, 8 febbraio 2012, n. 1773; Cass. civ., sez. I, 26 gennaio 2011, n. 1830; Cass. civ., sez. I, 17 novembre 2006, n. 24498).
The parents’ obligation to contribute to the maintenance of their children, provided for in Articles 147 and 148 of the Civil Code, does not automatically cease on the child’s reaching the age of majority, but continues until the parent concerned proves that the child has become financially independent or that the failure to carry out an economic activity is due to his or her inertia or unjustified refusal, or that although the child has been placed in a concrete position to be financially self-sufficient, he or she has not profited from it through his or her own fault or choice.
The case
The Court of Nuoro declared the separation of two spouses, assigning the family home to the wife, who was living with her son, who was over 18 and not economically self-sufficient, and who had not yet graduated and had learning problems, and therefore awarded the father a maintenance allowance of €150.00 per month.
The first instance judge’s decision was confirmed by the Cagliari Court of Appeal in its judgment of 19 September 2017, which held that the current condition of the couple’s son – at the time of the judgment, 35 years old and almost four years out of school – was not due to his indolent conduct or refusal to work, but to a certified perinatal pathology of which the father was aware. That pathology had led to a delay in learning, affecting the child’s entire school career.
The obliged parent challenged the judgment of the territorial court before the Court of Cassation, relying on two grounds of appeal.
By the first ground, the appellant complained of breach and misapplication of Articles 147 and 148 of the Civil Code, relating to the obligation of the separated parent to contribute to the maintenance of his adult son who was not a university graduate and not economically independent on account of his fragile psychological condition, since his psychological problems were not so serious as to prevent him from completing his university studies.
By his second plea in law, he complained of misinterpretation of the documentary evidence in so far as the requirement, identified by the appeal court, that the father should continue to contribute to the maintenance of his son who is over 18 years old was not proved and, indeed, was contradicted by the documentation in the file, which showed only a simple psychomotor retardation not associated with a cognitive disability of such importance as to prevent the son from preparing his thesis and obtaining his degree.
The question
The order under review deals with the question of the continuation of the parent’s obligation to support his non economically self-sufficient adult child, who is still enrolled at university although at an advanced age, but has a learning disability caused by a pathology from birth.
The legal solutions
In the present case, the Court of Cassation declared the appeal inadmissible, holding that the observations of the territorial court regarding the child’s condition of non-self-sufficiency, which could not be attributed to indolent conduct or refusal to work but to a perinatal pathology, were in accordance with the established principles of jurisprudence on the subject, and that the objections relating to the reasons put forward fell within the scope of the ascertainment of facts, which is precluded from being reviewed by the court of law. The Supreme Court refers in this regard to the established case-law according to which the obligation of parents to contribute to the maintenance of their children, provided for in Articles 147 and 148 of the Civil Code, does not automatically cease on the child’s reaching the age of majority, but continues until the parent concerned proves that the child has reached economic independence or that the failure to carry out an economic activity depends on his or her inertia or unjustified refusal (Civil cassation, section I, 26 September 2011, p. 1), Civil cassation, section I, 26 September 2011, no. 19589), or that although the child has been placed in a concrete position to be economically self-sufficient, he or she has not taken advantage of it through his or her own fault or choice (Civil cassation, section I, 8 February 2012, no. 1773; Civil cassation, section I, 26 January 2011, no. 1830; Civil cassation, section I, 17 November 2006, no. 24498).