NOZIONE DI ADOZIONE MITE (Cassazione civile sez. I, 22/11/2021, n. 35840)

Come indicato dalla sentenza della Cassazione, n. 35840 del 22.11.2021 “L’adozione mite trova il suo fondamento nella previsione dell’adozione in casi particolari, di cui alla norma dell’art. 44, lett. d), l. n.184/1983, da intendersi come clausola aperta e di chiusura del sistema. Tale forma di adozione si struttura in modo completamente differente, sia nei presupposti, che negli effetti, dall’adozione piena o legittimante. Infatti, se quest’ultima è costitutiva di un rapporto sostitutivo di quello di sangue, con definitivo ed esclusivo inserimento del minore in una nuova famiglia, l’adozione mite, o in casi speciali, crea, invece, un vincolo di filiazione giuridica che si sovrappone a quello di sangue, non estinguendo il rapporto del figlio con la famiglia di origine, pur se l’esercizio della responsabilità genitoriale spetta all’adottante. (Cass. Sezioni Unite, 13 maggio 2020, n. 8847).”

La più recente decisione di Cass., 25 gennaio 2021, n. 1476 ha sottolineato, a sua volta, come la pluralità di modelli di adozione presenti nel nostro ordinamento imponga – “in armonia con le affermazioni di principio della Corte Europea e con le previsioni di diritto interno che prevedono il diritto prioritario del minore a essere cresciuto e allevato nella sua famiglia di origine” – di valutare, caso per caso e quindi tenendo conto delle peculiarità delle singole fattispecie concrete, il “ricorso al modello di adozione che non recida in toto i rapporti del minore con la famiglia di origine”.

Tale modello sembra in modo particolare adattarsi – si è ancora osservato in una prospettiva (ormai) fortemente applicativa – ai casi di abbandono “semipermanente o anche ciclico”, in cui alla sussistenza di una pur “grave fragilità genitoriale” si associa purtuttavia la permanenza di un “rapporto affettivo significativo”: sì da manifestare opportuno, sempre nel prioritario interesse





NOTION OF MITE ADOPTION (Civil Cassation section I, 22/11/2021, n. 35840).

As indicated by the sentence of the Cassation, n. 35840 of 22.11.2021 “The mild adoption finds its foundation in the provision of adoption in particular cases, as per the norm of art. 44, lett. d), l. n.184 / 1983, to be understood as an open and closing clause of the system. This form of adoption is structured in a completely different way, both in the assumptions and in the effects, from full or legitimating adoption. In fact, if the latter is constitutive of a relationship substituting that of blood, with definitive and exclusive insertion of the minor into a new family, the mild adoption, or in special cases, creates, instead, a bond of juridical filiation which is overlaps with that of blood, not extinguishing the relationship of the child with the family of origin, even if the exercise of parental responsibility rests with the adopter. (Cass. United Sections, May 13, 2020, n. 8847). ” The most recent decision of the Supreme Court, January 25, 2021, n. 1476 underlined, in turn, how the plurality of adoption models present in our legal system imposes – “in harmony with the statements of principle of the European Court and with the provisions of domestic law that provide for the priority right of the child to be raised and raised in his family of origin “- to evaluate, on a case-by-case basis and therefore taking into account the peculiarities of the individual concrete cases, the” use of the adoption model that does not completely sever the relationship of the minor with the family of origin “. This model seems to adapt in a particular way – it was still observed in a (now) highly applicative perspective – to cases of “semi-permanent or even cyclical” abandonment, in which the existence of a “serious parental fragility” is however associated with the permanence of a “meaningful emotional relationship”: so as to manifest it opportune, always in the primary interest