Mantenimento paterno per la figlia maggiorenne e laureata: necessario confrontare le posizioni economiche dei due genitori
Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 29 dicembre 2021, n. 41919
Censurabile il giudice che conferma l’obbligo dell’uomo di versare all’ex moglie un contributo per il mantenimento della figlia – maggiorenne e laureata – senza mettere a confronto le rispettive posizioni economico-patrimoniali.
Nel giugno del 2018 la prima tappa della vicenda, quando in Tribunale viene disposta la modifica delle condizioni stabilite nel giudizio di separazione personale tra i coniugi. Nello specifico, viene «revocata l’assegnazione della casa coniugale» alla donna e viene «ridotto a 450 euro mensili l’assegno posto a carico dell’uomo a titolo di contributo per il mantenimento della figlia, maggiorenne ma non ancora economicamente autosufficiente e convivente con la madre».
Sulla stessa linea, due anni dopo, anche la Corte d’Appello, che respinge la richiesta avanzata dall’uomo e mirata a mettere in discussione completamente l’assegno in favore della figlia.
In Cassazione, però, l’uomo ribadisce le proprie perplessità a fronte delle decisioni prese dai giudici di merito, e il suo legale sottolinea, in particolare, che in secondo grado si è completamente ignorata la lamentela relativa alla «omessa comparazione delle situazioni economiche delle parti ai fini della riduzione dell’assegno di mantenimento».
I Giudici della Cassazione ribattono sottolineando che in Appello non c’è stata alcuna omessa decisione sulla «domanda di riduzione dell’assegno di mantenimento» proposta dall’uomo.
Ciò però non basta a chiudere la vicenda. Soprattutto perché, riconoscono i magistrati, «ai fini della rideterminazione dell’assegno di mantenimento» non si è proceduto ad una «valutazione comparativa delle situazioni economiche delle parti» ma ci si è limitati a «prendere in esame i redditi ed il patrimonio dell’uomo».
Su questo fronte i Giudici sottolineano la necessità di valutare «l’equilibrio economico» fra gli ex coniugi, anche in riferimento all’«assegno stabilito per il mantenimento dei figli minori o di quelli maggiorenni ma non ancora economicamente autosufficienti, il cui importo deve risultare idoneo a garantire al figlio la soddisfazione di molteplici esigenze, non limitate al solo aspetto alimentare ma estese anche a quello abitativo, scolastico, sportivo, sanitario e sociale, in misura adeguata alla sua età e al tenore di vita della famiglia, quale può desumersi dalla valutazione delle risorse economiche disponibili da parte di entrambi i genitori», per l’appunto.
Evidente, quindi, l’errore compiuto in Appello, laddove «preso atto della riduzione dell’assegno dovuto dal padre per il mantenimento della figlia, disposta dal Tribunale alla luce dell’intervenuta modificazione della situazione di fatto esistente all’epoca della pronuncia della sentenza di separazione» si è confermata tale statuizione sulla base di «considerazioni riguardanti esclusivamente la situazione reddituale e patrimoniale dell’uomo, omettendo di procedere al necessario confronto tra le risorse economiche in possesso di quest’ultimo e quelle disponibili da parte dell’ex moglie, al fine di verificare se si fosse in concreto verificata un’alterazione dell’equilibrio risultante dalla sentenza di separazione».
Necessario perciò un nuovo processo in Appello, proprio per mettere a confronto le posizioni economiche dell’uomo e della donna.
Allo stesso tempo, però, si potrà anche prendere in considerazione, suggeriscono i Giudici della Cassazione, la situazione della ragazza che «ha completato gli studi universitari e ha intrapreso la pratica forense presso lo studio del padre», e si potrà anche tenere conto degli effetti economici negativi subiti dall’uomo in ambito professionale – con ripercussioni sul reddito e sul patrimonio – a causa dell’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Covid-19.
The judge’s confirmation of the man’s obligation to pay his ex-wife a contribution for the maintenance of their daughter – who is of age and a university graduate – without comparing their respective financial and patrimonial positions is censurable.
In June 2018, the first stage of the case took place, when the court ordered the modification of the conditions established in the judgement of personal separation between the spouses. Specifically, the allocation of the marital home to the woman was ‘revoked’ and the man’s allowance was ‘reduced to 450 euros per month as a contribution to the maintenance of his daughter, who is of age but not yet economically self-sufficient and lives with her mother’.
Two years later, the Court of Appeal followed the same line, rejecting the man’s request aimed at questioning the daughter’s allowance completely.
In the Court of Cassation, however, the man reiterated his perplexity with regard to the decisions taken by the judges on the merits, and his lawyer pointed out, in particular, that the complaint regarding the “failure to compare the economic situations of the parties for the purpose of reducing the maintenance allowance” had been completely ignored in the second instance.
The judges of the Court of Cassation responded by pointing out that there had been no failure to decide on the man’s “application for reduction of maintenance allowance” in the appeal.
However, this is not enough to close the case. Above all because, the judges acknowledge, “for the purposes of redetermining the maintenance allowance” there was no “comparative assessment of the parties’ economic situations” but only “an examination of the man’s income and assets”.
On this front, the judges emphasize the need to assess the “economic balance” between the former spouses, also with reference to the “allowance established for the maintenance of minor children or those who have reached the age of majority but are not yet economically self-sufficient, the amount of which must be appropriate to ensure the child the satisfaction of multiple needs, This amount must be appropriate to guarantee the child the satisfaction of multiple needs, not limited only to the food aspect, but extended also to housing, school, sports, health and social needs, in an appropriate measure to his age and to the standard of living of the family, as can be deduced from the assessment of the economic resources available from both parents”.
It is therefore clear that the Court of Appeal made an error when it “took note of the reduction in the allowance payable by the father for his daughter’s maintenance, ordered by the Court in the light of the changed factual situation at the time of the judgment of separation” and confirmed this decision on the basis of “considerations relating exclusively to the man’s income and assets, The decision was confirmed on the basis of “considerations relating exclusively to the man’s income and assets, failing to make the necessary comparison between the economic resources in his possession and those available to him from his ex-wife, in order to ascertain whether there had in fact been an alteration of the balance resulting from the judgment of separation”.
Therefore, a new trial at the Court of Appeal is necessary to compare the economic positions of the man and the woman.
At the same time, however, the judges of the Supreme Court suggested that the situation of the girl who had “completed her university studies and started practising law at her father’s firm” could also be taken into consideration, and that the negative economic effects suffered by the man in the professional sphere – with repercussions on his income and assets – due to the health emergency caused by the spread of Covid-19, could also be taken into account.