L’adozione del minore è praticabile quando ci sia un forte legame affettivo con un familiare?

L’adozione del minore rappresenta una misura eccezionale a carattere residuale cui è possibile ricorrere nel caso in cui si siano dimostrate impercorribili diverse misure volte a favorire il ricongiungimento del figlio con i genitori biologici.

Solo l’analisi concreta e attuale della obiettiva situazione esistente, adeguatamente provata, permette di accertare lo stato di abbandono, presupposto della dichiarazione di adottabilità, ed individuare le gravi ragioni che impediscono al nucleo familiare di origine di garantire una crescita normale e adeguata al minore nel suo interesse superiore ed esclusivo.

Cass. civ., sez. I, ord., 2 settembre 2021, n. 23797

Con sent. n. 158/2018 il Tribunale per i Minorenni di Milano aveva dichiarato lo stato di adottabilità della minore, la decadenza dalla responsabilità genitoriale dei genitori, la nomina di un tutore, disponendo l’interruzione di ogni rapporto tra la minore e i suoi familiari, con collocazione della stessa presso una famiglia avente i requisiti di idoneità per l’adozione.

La Corte di Appello di Milano rigettava l’appello proposto avverso detta sentenza dai genitori e dalla nonna, confermando lo stato di abbandono della minore, mettendo in evidenza che i genitori non si erano mai interessati alla figlia, venendo meno ai loro doveri, mentre la nonna escludeva quelle funzioni vicariali che avrebbero potuto impedire lo stato di adottabilità.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso principale proposto dal curatore speciale della minore, per violazione o falsa applicazione di norme di diritto in relazione all’art. 8 CEDU, agli artt. 3 e 32 della Cost., oltre al vizio motivazione, non avendo la Corte d’Appello esaminato il grave rischio per la salute psico-fisica della minore in caso di mancata riattivazione degli incontri con la nonna, ed ha altresì accolto i primi tre motivi del ricorso incidentale proposto dalla nonna, per violazione e falsa applicazione degli artt. 1, 8 comma 1, 12 comma 4 e 15, l. 184/1983, oltre all’art. 8 CEDU, all’art. 30 della Conv. ONU per i diritti del fanciullo e all’art. 14 CEDU, cassando la sentenza impugnata con rinvio.

Nel caso che ci occupa la Suprema Corte si pronuncia, quindi, sulla sussistenza dei presupposti per la dichiarazione di adottabilità nel caso dell’esistenza di un legame tra la minore e la nonna, stante il disinteresse dei genitori biologici.

La verifica della sussistenza delle condizioni di abbandono morale e materiale della minore deve essere incentrata sulla rilevanza del legame tra la bambina ed il familiare con cui la stessa presenta un legame affettivo, valutando se l’interesse della fanciulla a non recidere il legame con la nonna debba prevalere o recedere rispetto ad una valutazione di inidoneità della nonna ad educare e crescere la nipote.

Solo il bilanciamento di dette circostanze permette di formulare un giudizio prognostico sulla intenzione della nonna di abbandonare del tutto la minore.

Se, infatti, un parente garantisce quel carico di affettività di cui ha bisogno il bambino, non può parlarsi di abbandono e conseguentemente non sussistono i presupposti della adozione legittimante. 

Nel caso de quo si pone l’accento sulla necessità di una concreta valutazione del legame tra nonna e nipote e sulla possibilità che la recisione della relazione familiare possa arrecare un grave pregiudizio evitabile alla minore.

Gli Ermellini evidenziano la necessità di operare in concreto una valutazione di bilanciamento, nell’interesse esclusivo della fanciulla, tra le ridette circostanze.

L’interesse superiore del minore può essere limitato solo ove si configuri un endemico e radicale stato di abbandono, la cui dichiarazione è l’estrema ratio, a causa della irreversibile incapacità dei genitori e dei parenti ad allevarlo e curarlo per loro totale inadeguatezza.

L’esame rigoroso delle circostanze non deve discendere da un mero apprezzamento circa l’inidoneità, ma deve tener conto dei possibili ed irreversibili gravi danni sulla crescita del minore e sul normale sviluppo psico-fisico dello stesso, potendo ritenersi tutelanti i vincoli che affondano le radici nella tradizione familiare (Cass. 4568/99).

Adoption of a child is an exceptional measure of a residual nature which can be used when other measures aimed at favouring the reunification of the child with his or her biological parents have proved impracticable.

Only the concrete and current analysis of the existing objective situation, adequately proved, allows to ascertain the state of abandonment, a prerequisite for the declaration of adoptability, and to identify the serious reasons that prevent the family of origin to ensure a normal and adequate growth of the child in its superior and exclusive interest.

Cass. civ., sec. I, ord., September 2, 2021, n. 23797

By judgment no. 158/2018 the Juvenile Court of Milan had declared the state of adoptability of the minor, the forfeiture of parental responsibility, the appointment of a guardian, ordering the termination of all relations between the minor and her family, with the placement of the same with a family that meets the requirements of suitability for adoption.

The Court of Appeal of Milan rejected the appeal lodged against this judgment by the parents and the grandmother, confirming the child’s state of abandonment, pointing out that the parents had never taken any interest in their daughter, thus failing in their duties, while the grandmother excluded those vicarious functions that could have prevented the state of adoptability.

The Supreme Court upheld the main appeal brought by the special curator of the child, for violation or misapplication of rules of law in relation to art. 8 ECHR, art. 3 and 32 of the Constitution, in addition to the defect of motivation, as the Court of Appeal did not examine the serious risk to the psycho-physical health of the child in case of failure to reactivate the meetings with the grandmother, and also accepted the first three grounds of the cross-appeal proposed by the grandmother, for violation and misapplication of art. The Court also upheld the first three grounds of the cross appeal brought by the grandmother, for violation and misapplication of articles 1, 8 paragraph 1, 12 paragraph 4 and 15 of Law no. 184/1983, as well as article 8 of the ECHR, article 30 of the UN Convention on the Rights of the Child and article 14 of the ECHR, and set aside the judgment under appeal.

In the case in question, the Supreme Court ruled, therefore, on the existence of the conditions for the declaration of adoptability in the case of the existence of a link between the child and her grandmother, given the disinterest of the biological parents.

The verification of the existence of the conditions of moral and material abandonment of the child shall focus on the relevance of the bond between the child and the family member with whom she has an emotional bond, assessing whether the child’s interest in not severing the bond with her grandmother should prevail or recede from an assessment of the grandmother’s unsuitability to educate and raise her granddaughter.

Only the balancing of these circumstances allows to formulate a prognostic judgement on the grandmother’s intention to abandon the child.

If, in fact, a relative guarantees the affection needed by the child, there can be no question of abandonment and, consequently, there are no grounds for a legitimate adoption.

In the case in question, the emphasis is placed on the need for a concrete assessment of the bond between grandmother and grandchild and on the possibility that the severance of the family relationship may cause serious harm to the child.

The judges emphasize the need to make a concrete assessment of balance, in the best interests of the child, between the above circumstances.

The best interests of the child can be limited only when there is an endemic and radical state of abandonment, the declaration of which is the extreme ratio, due to the irreversible inability of parents and relatives to raise and care for him for their total inadequacy.

The rigorous examination of the circumstances must not result from a mere appreciation of the unsuitability, but must take into account the possible and irreversible serious damage to the child’s growth and normal psycho-physical development of the same, being able to protect the bonds that are rooted in the family tradition (Cass. 4568/99).